ROMA (MF-NW)--La lunga battaglia legale nella querelle che ha diviso le figlie di Francesco Angelini, il patron dell'omonima azienda, che da anni è afflitto da disturbi neurocognitivi, è finita. Ha vinto la disputa la figlia minore, Thea Paola, che sarà l'amministratore di sostegno del padre malato e di fatto il dominus dell'azienda, accusata dalla sorella Maria Gioiella di circonvenzione d'incapace su cui aveva promosso la causa in Tribunale. Ora che sul piano legale la vicenda, salvo ricorsi, è chiusa c'è da chiedersi cosa abbia spinto le due sorelle a un così aspro scontro della serie "Parenti Serpenti" che sovente si svolge all'interno delle grandi famiglie imprenditoriali italiane.

Follow the money direbbe qualcuno. E in effetti Angelini, scrive MF-Milano Finanza, è un fior di società. Nata e cresciuta nella farmaceutica con marchi molto noti a partire dalla Tachipirina, fino al Moment e al Tantum verde, il gruppo si è via via diversificato sia nel largo consumo che nelle tecnologie industriali fino a business ancillari come il vino e il real estate. Ma il gruppo romano, come vedremo, non solo opera nei business industriali ma via via è diventato anche un forte investitore finanziario: un ircocervo, farma e industria a sorreggere tutto e con la forte liquidità che ha prodotto molta finanza.

Il gruppo ha chiuso il 2022 superando la soglia dei 2 miliardi di ricavi a livello consolidato (2,057 per l'esattezza) contro 1,79 miliardi del 2021. Il margine industriale vale 254 milioni e il gruppo ha sfornato un utile netto di 80 milioni di euro. Una buona annata trascinata, come le precedenti, dal balzo dei prodotti sanitari come l'Amuchina o la Tachipirina, che hanno visto un boom delle vendite durante tutta la pandemia. Ma se il settore pharma, insieme al largo consumo con i marchi Pampers, assicura una crescita di fatto costante, la vera sorpresa nei conti di Angelini viene dalla gestione finanziaria. Il gruppo ha prodotto proventi finanziari nel 2022 per 61 milioni e addirittura nel 2021 per 160 milioni. Una vera chicca per l'azienda e che ha contribuito fortemente sulla profittabilità netta. Ammortamenti e svalutazioni hanno compresso, sia nel 2022 che nel 2021, l'ebit dell'azienda che è stato di 40 milioni l'anno scorso e di solo 1,4 milioni nel 2021. Senza i ghiotti proventi finanziari (61 milioni nel 2022 e 160 milioni nel 2021), l'azienda non avrebbe prodotto gli 80 milioni di utili netti dello scorso anno e i 96 milioni del 2021.

Da tempo Angelini con il suo braccio finanziario Angelini investment è divenuto un importante investitore finanziario. Ha partecipazioni in molte società quotate a partire da Tip, Tamburi investment partners, dove è socio di lunga data (il primo socio, peraltro) con il 10,6% delle quote, a Mediobanca e Unicredit con investimenti minimi, sotto l'1%, ma che pesano. Il portafoglio comprende poi quote di Prysmian, Revo, Digital Magics e anche di Sator e di Sator private equity fund, creature di Matteo Arpe, tra i pochi investimenti in perdita del ricco portafoglio di Angelini, entrambi svalutati nel 2022. Oltre ai singoli titoli gli Angelini sono investitori in fondi di ogni tipo e in fondi ventures, dato che hanno una divisione che si occupa solo di quello. Il solo portafoglio partecipazioni del gruppo vale 256 milioni. Le quote in Mediobanca, UniCredit e Prysmian, che erano a bilancio nel 2022 per circa 90 milioni complessivi, si sono rivalutate e oggi ne valgono oltre 108. Del resto per un gruppo ha una posizione finanziaria netta positiva di 630 milioni e che vantava a fine 2022 depositi bancari per 458 milioni e liquidità in titoli per altri 442 milioni, investire la cassa è quasi un obbligo.

La solidità, con un patrimonio netto che sfiora i 3 miliardi e debiti bancari per soli 600 milioni, è fuori discussione. Al contrario tanto eccesso di liquidità deve pur trovare qualche forma d'impiego, che non siano solo gli investimenti industriali.

L'ottima salute a livello finanziario si ripercuote verso i piani superiori. Sopra Angelini holding spa c'è infatti Angelini Finanziaria, la scatola di comando della famiglia che ha il 100% della holding. Lì è il regno di Thea Paola Angelini, l'indiscussa vincitrice in Tribunale della querelle con la sorella maggiore, e che siede da anni sul 68% delle quote, in nuda proprietà, della cassaforte finanziaria che gestisce con il marito che è l'amministratore delegato di Angelini, Sergio Marullo di Condojanni. Tutte in famiglia le chiavi dell'impero, che non è più e solo Tachipirina e Amuchina. Dalla Angelini holding, il centauro industrial-finanziario, nel 2022 sono saliti verso la cassaforte, la Angelini Finanziaria, dividendi per 60 milioni, contribuendo in sostanza all'utile netto della Finanziaria di 55 milioni. Il gruppo Angelini è in carico alla cassaforte di vertice per un valore di bilancio di 465 milioni. Con una plusvalenza latente di 2,5 miliardi sul solo patrimonio netto del gruppo.

alu

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2610:02 ott 2023

 

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